PROGETTO GRANDE CAPUA

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GRANDE ATTESA NEL 2023

Un anno concluso con la formalizzazione della grande iniziativa di vedere ben cinque comunità territoriali del casertano alla ricerca di un coinvolgimento unitario. In altre parole, il “Progetto Grande Capua” emette i primi vagiti già negli scorsi 10 e 17 dicembre, quando in Piazza Mazzini a Santa Maria Capua Vetere, prima, e in Piazza dei Giudici a Capua, dopo, ha avuto inizio la raccolta di firme per la petizione popolare con la quale i cittadini chiedono alla Regione Campania l’indizione di un referendum consultivo. L’intendimento collettivo sarebbe quello di vedere la fusione dei comuni di Santa Maria Capua Vetere e Capua con San Tammaro, Curti e San Prisco, un progetto rivoluzionario, almeno nell’immaginario collettivo troppo ancorato a sterili campanilismi sempre più estemporanei, che troverebbe conforto nelle maggiori risorse finanziarie grazie al  soccorso economico straordinario statale e regionale. Tale auspicabile unione, desiderata ampiamente dagli organizzatori dell’iniziativa popolare, porterebbe all’aumento del peso politico della nuova entità territoriale con i conseguenti aumenti dei finanziamenti, maggiori investimenti pubblici e privati e <una maggiore capacità per le comunità di fare sistema in ambito economico, turistico, culturale e sociale, favorendo l’occupazione e diminuendo le tasse> – così si legge testualmente nel manifesto diffuso agli inizi dello scorso mese di dicembre nei cinque comuni interessati.

Area interessata

Se dovesse andare in porto l’iniziativa si aprirebbe una breccia nell’attuale cultura politico-amministrativa coinvolgendo altre realtà territoriali come, ad esempio, il basso Volturno, e perché no.

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