Perchè nessuno la vuole?

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Una semplice compostiera permetterebbe un forte risparmio della TARI.

Ma resta un tabù. Chissà perché!

PARLIAMONE

a cura di Peppino PASQUALINO

Non si riesce a capire questo vuoto amministrativo e nessuno avanza una ipotesi per rimediare, anche se dovrebbe essere una priorità ambientale ed economica. Parliamo delle compostiere, quei contenitori degli scarti organici considerati soltanto oggetti ingombranti e maleodoranti. Ma cerchiamo di capirne l’utilità.

Nell’intero bacino del basso Volturno, scartando Capua che ha una conformazione cittadina senza tanti spazi verdi privati, i restanti quattro comuni (Santa Maria la Fossa, Grazzanise, Cancello ed Arnone e Castel Volturno), essendo centri a vocazione agricola, hanno un’alta percentuale di abitazioni dotate di giardini, più o meno grandi; tantissime, tra l’altro, sono le abitazioni rurali in possesso di enormi spazi verdi. 

Ogni Comune potrebbe consegnare, o addirittura imporre come fa per tante altre cose, una compostiera domestica alle famiglie per raccogliere, in autonomia, gli scarti alimentari domestici e produrre, così, un prezioso compost da utilizzare nei terreni per la coltivazione delle piante ortive o ornamentali.

Questa semplice pratica comporterebbe non solo una produzione di compost ma anche, e soprattutto, un sostanzioso risparmio per gli Enti comunali e per le tasche dei cittadini contribuenti. Se si pensa che la città di Napoli, metropoli urbana che ha pochissime realtà abitative in possesso di spazi, ha applicato nel proprio regolamento lo sconto del 30% (dico il 30%) sul tributo TARI.

Una famiglia di quattro persone mediamente paga una TARI di circa 400,00 euro annuali; con una compostiera (gratuita) ne pagherebbe € 280,00  con un risparmio di € 120,00. 

I COMUNI CI SPIEGHINO PERCHE’ SI CONTINUA A RECARE GLI SCARTI ORGANICI PRESSO GLI IMPIANTI DI SMALTIMENTO E PRODUZIONE DI COMPOST CON COSTI A CARICO DEI CITTADINI

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