
per la rubrica … “PARLIAMONE”
Tra Stato assente ed economia sospesa.

Castel Volturno, soprattutto nelle aree della Domitiana e di Pinetamare, si trova da anni al centro di un paradosso drammatico: lo Stato, nell’azione di garantire la legalità, rischia spesso di soffocare ciò che, pur nato in contesti irregolari, sostiene l’economia locale e l’occupazione.
Gli interventi recenti della Polizia di Stato – sequestri di locali per abusivismo edilizio, chiusura di bar e minimarket – sono formalmente corretti. Ma il risultato è devastante: posti di lavoro cancellati, investimenti personali distrutti, servizi essenziali ridotti in una zona già provata da decenni di degrado e incuria. Lo Stato appare presente solo nel momento della repressione, assente invece quando servirebbe pianificare, regolamentare e supportare lo sviluppo.
Villaggio Coppola: l’esempio di una distruzione senza strategia
Trent’anni fa, il Villaggio Coppola era considerato un luogo di potenziale splendore turistico e opportunità lavorative. Oggi è un simbolo di abbandono e degrado. La scelta di demolire tutto, senza alcun progetto di sostituzione o rigenerazione, ha trasformato un’economia irregolare ma vitale in un terreno fertile per l’illegalità di peggiore natura.
Il paradosso è evidente: lo Stato, nel tentativo di combattere l’illegalità, ha creato un vuoto che alimenta ulteriori abusi e criminalità. I residenti onesti lo percepiscono quotidianamente, mentre le istituzioni sembrano concentrate solo sull’apparenza di legalità.
Legalità vs. Sviluppo: il nodo del problema
Il vero problema non è l’applicazione della legge in sé, ma il metodo con cui viene applicata. È possibile trovare un equilibrio tra giustizia e sviluppo economico senza distruggere ciò che già funziona? Alcune proposte concrete:
1. Sanzioni proporzionate
– Sanatoria con multa severa: consentire la regolarizzazione degli abusi minori, imponendo sanzioni pecuniarie significative. Così si tutela la legge e allo stesso tempo il lavoro.
– Demolizione selettiva: rimuovere solo le parti non sanabili, preservando le strutture produttive e i posti di lavoro.
2. Pianificazione urbanistica proattiva
Le chiusure sono spesso solo un sintomo: il problema è la mancanza di visione a lungo termine. Piani di riqualificazione urbanistica possono chiarire le possibilità di sviluppo, incentivare la regolarizzazione e trasformare le aree degradate in opportunità concrete.

Conclusione: la legalità NON BASTA .
A Castel Volturno, come in molte altre zone del Sud, la legalità da sola non basta. Senza uno Stato presente in modo coerente, capace di programmare, coordinare e incentivare, ogni azione repressiva rischia di diventare un boomerang: distruggere posti di lavoro, alimentare il degrado e rafforzare l’illegalità di fatto.
L’obiettivo deve essere chiaro: non demolire l’economia abusiva, ma trasformarla in economia legale attraverso sanatorie, riqualificazione e semplificazione burocratica. Solo così si potrà restituire dignità a un territorio che merita di risorgere.


