
L’Arte per i Diritti, dal Basso Volturno al Mondo
Il Territorio come Manifesto: La Visione del Museo Diffuso
a cura di Bruno Marfè
Il Basso Volturno è un territorio di straordinaria complessità e resilienza, un crocevia di storie, sfide sociali e aspirazioni. È su questa spina dorsale geografica — che da Capua attraversa Santa Maria la Fossa, Grazzanise e Cancello Arnone fino a giungere al mare di Castel Volturno — che prende forma un progetto unico al mondo: il Museo Diffuso dei Diritti Umani nell’Arte.
Non si tratta di una semplice galleria, ma di un’istituzione culturale plasmata sulla realtà locale. Il progetto ambisce a trasformare la percezione di quest’area, facendola evolvere da “frontiera di criticità” a laboratorio di civiltà, legalità e coesione sociale.
Come suggerito dalle nuove visioni socio-economiche emerse nel contesto della BIENNIAL INTERNATIONAL CONFERENCE – Towards the Foundation of a Universal Economy based on Human Rights, in corso ad Assisi, l’obiettivo è superare il paradigma dell’Homo Economicus per abbracciare quello dell’Homo Fraternus: un modello di sviluppo in cui l’arte diventa agente catalizzatore di una trasformazione positiva, inclusiva e sostenibile.
Il Museo Diffuso è, per sua stessa natura, intrinsecamente territoriale. La sua “diffusione” non è casuale: è un’occupazione etica e culturale del suolo, che utilizza i simboli dell’illegalità — i beni confiscati alla criminalità — per farne luoghi di bellezza, dibattito e integrazione. Questo percorso, che parte dalle radici storiche di Capua e arriva alla multiforme complessità di Castel Volturno, rende il Basso Volturno il luogo ideale per ospitare una collezione d’arte dedicata ai temi più urgenti dell’umanità.
Excursus Storico: Dalla Rassegna “HUMAN RIGHTS?” al Museo Diffuso
L’idea di un Museo Diffuso nel Basso Volturno trae forza e credibilità dalla storia e dalla coerenza etica della rassegna da cui nasce: HUMAN RIGHTS?.
Nata nel 2009 con la prima edizione a Caserta, in un contesto ad alta complessità sociale, questa rassegna è cresciuta fino a diventare l’iniziativa d’arte contemporanea più longeva e coerente a livello internazionale dedicata ai diritti umani. Con oltre 1.200 artisti coinvolti in più di diciannove edizioni, la rassegna ha dato vita a una vasta collezione di circa 400 opere, un patrimonio artistico di straordinario valore etico e simbolico.
Le Tappe Fondamentali: Un Percorso Etico Globale
Il percorso della collezione ha un significato simbolico che ne amplifica la missione:
• Le Origini (Caserta) – L’avvio in Campania stabilisce fin da subito la vocazione dell’evento a coniugare arte e urgenze sociali concrete.
• L’Ancoraggio Simbolico (Rovereto) – L’ospitalità pluriennale presso la Fondazione Campana dei Caduti di Rovereto (Trento), luogo simbolo contro tutti i conflitti, ha fornito alla rassegna una cornice etica e istituzionale autorevole.
• L’Evoluzione Tematica – Nel tempo, la rassegna si è allineata con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030, ottenendo patrocini prestigiosi tra cui quelli del Consiglio d’Europa e dell’UNESCO, e dedicando edizioni a temi come Acqua pulita, Istruzione di qualità, Parità di genere e Diritto al lavoro.

Il Ponte Etico: Dalla Memoria all’Azione
La decisione di affidare questa collezione al territorio del Basso Volturno, e in particolare al Centro Fernandes di Castel Volturno, rappresenta la naturale evoluzione del percorso etico della rassegna: dalla memoria alla responsabilità condivisa, dalla denuncia all’azione concreta.
Il progetto costruisce un ponte ideale e sostanziale: dalla memoria della guerra (Rovereto) alla frontiera dell’accoglienza (Castel Volturno). È il passaggio cruciale dalla condanna alla trasformazione attiva. La collezione non è più solo un monito, ma diventa un Museo Diffuso permanente in un’area che necessita di riscatto e legalità.
La Sede Madre sarà costituita congiuntamente dal Centro Fernandes e dal Comune di Castel Volturno, che ospiteranno le opere dedicate ai temi dell’accoglienza, della dignità e dei diritti fondamentali.
Le Sedi Periferiche, diffuse lungo l’asse Capua–Castel Volturno, saranno insediate in immobili sottratti alla criminalità organizzata. L’arte diventa così strumento di riconversione simbolica e funzionale: luoghi che un tempo rappresentavano illegalità e paura si trasformano in spazi di cultura, comunità e legalità.
Un Modello Esportabile
Questa sinergia tra arte civica, collezione internazionale e impegno territoriale rende il Museo Diffuso dei Diritti Umani nell’Arte un modello innovativo e replicabile altrove. Dal Basso Volturno, questo messaggio si proietta nel mondo: la cultura può essere un motore reale di rigenerazione sociale, un ponte tra memoria e futuro, un linguaggio universale di pace e diritti.



