CAPUA: IN MARCIA PER LA LIBERAZIONE DELL’UCRAINA

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In esclusiva per BASSOVOLTURNO.IT

(Prof. Raffaele Raimondo)

Lungo corteo di Azione Cattolica, Scouts ed ucraini, levando il grido di dolore e chiedendo pace.

L’incoraggiamento dell’arcivescovo Visco e dei rappresentanti del laicato cattolico

CAPUA (Raffaele Raimondo) – Padre Marian, ucraino sacerdote cattolico di rito bizantino, assistente spirituale della comunità di connazionali accolti nel territorio dell’Arcidiocesi di Capua, è stato l’unico esponente del clero partecipante alla “marcia della pace” che alle ore 15 di oggi (sabato 25 febbraio 2023) è partita dal grande piazzale di Via Napoli in direzione del grande cortile del palazzo vescovile, dove S.E. mons. Salvatore Visco era ad aspettare i manifestanti ad anima e braccia aperte.

Padre Marian 

Padre Marian ha reso una dichiarazione esclusiva a BassoVolturno.it, mettendo in evidenza, con dolore, lo strazio del suo popolo. “Abbiamo subìto prima il comunismo e dal 2014 la pressione della Russia” ha detto il giovane reverendo che ha ricordato i suoi familiari morti nei gulag staliniani e, con toccati parole pronunciate in corretto italiano, ha poi stigmatizzato le conseguenze, disastrose per l’intera Ucraina, del tentativo putiniano di umiliare un’etnìa e la sua singolare storia. Un’operazione di strapotere che in un anno ha già provocato centinaia di migliaia di morti, oltre che feriti ed immani distruzioni.

Padre Marian è convinto che la resistenza degli ucraini porterà ad una pace giusta: “Dio non ha dato il permesso ai russi di piegare la libera Ucraina ai loro voleri. Dio da questo indescrivibile male farà sorgere il bene”.  

Organizzatori dell’evento (che si è snodato, con ritmici slogans, bandiere e drappi color arcobaleno, scritte su carta e su stoffe auspicanti la fine dell’invasione russa, il ritorno alla pacifica convivenza e la ricostruzione di intere città e contrade sventrate) l’Azione Cattolica e gli Scouts capuani. Ma le vie e le piazze erano deserte, la gente assente o assonnata, l’indifferenza palpabile e quasi indignante. Eppure le rappresentanze, straniera e italiana, in tenace cammino sembravano non stupìte, forse per l’ora pomeridiana, forse perché consapevoli che anche in Italia, come in tutto l’Occidente europeo, un anno di guerra in Ucraina ha gravato non poco sul tenore di vita, tenendo tutti in uno stato logorante di preoccupazione costante e facendo pagare un prezzo alto, in termini economici, al nostro Continente attualmente col fiato sospeso per le imprevedibili involuzioni che il razionalismo pragmatico non possono escludere. 

I bambini seduti sul cemento a gambe incrociate e gli adulti in piedi alzando diversi vessilli hanno ascoltato la toccante testimonianza di un uomo ucraino che ha solcato, con rivelazioni agghiaccianti, la storia recente e la passione di una nazione aggredita. Forte e disposta a tutto la

difesa della libertà violata. Irriducibili le ragioni che spiegano la calpestata indipendenza.

Il presidente regionale dell’Azione Cattolica, avv. Enrico Monaco, intervenendo al microfono per un fraterno saluto ha espresso la piena volontà di sostenere il folto gruppo di ucraini partecipanti alla marcia. Al grido di “W la PACE!”, due capi dell’Agesci hanno, a loro volta, hanno confermato tutta la solidarietà del mondo scoutistico.

Paterno e incoraggiante, come sempre, il pur breve discorso del nostro arcivescovo Mons. Visco,il quale, fra l’altro, ha voluto evidenziare il solo che instancabilmente invoca, in ogni circostanza, dal 24 febbraio 2022,  una giusta soluzione del conflitto sia papa Francesco, scevro da qualunque interesse di parte e difensore ad oltranza di quel bene così facile e così difficile che è la Pace.

6 risposte

  1. Gli articoli del Professor Raimondo si distinguono sempre per la dovizia di particolari,per l’umanità che traspare,unica,per la voglia di coinvolgere più persone possibile con lucida obiettività, complimenti!

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