Se i cittadini “collaborassero”

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www.bassovolturno.it

a cura di Peppino PASQUALINO

Giornalista Pubblicista freelance & blogger

Bonifica effettuata grazie ai volontari della D.E.A.

Ora Capua nel mirino 

Prima o poi la costanza premia, prima o poi il lavoro certosino condotto dai volontari della D.E.A. (Difesa Ecologica Ambientale) sul territorio casertano napoletano può essere definito “determinante”. E infatti, chi ha seguito la vicenda tra le righe di questo blog ricorderà quanto messo in luce dalla D.E.A. in una località del Comune di Cancello ed Arnone, un fabbricato e un’area aziendale confiscata alla malavita organizzata e trasformata in discarica abusiva, luogo contenente tonnellate di materiali plastici, di risulta, grandi quantità di onduline in amianto.

(Cancello Arnone: area bonificata da tonnellate di rifiuti e amianto)

Grazie all’operato dei volontari, al loro quotidiano lavoro di perlustrazione dei luoghi più nascosti del territorio del basso Volturno, alle loro segnalazioni scritte e inviate alle autorità competenti, si è giunti alla completa bonifica dei luoghi. Purtroppo è il caso di evidenziare, però, quanto sta accadendo nel capoluogo del basso Volturno: Capua.

Sempre a cura dei volontari capuani dell’associazione ambientalista è stata riportata alle cronache quotidiane la discarica che si è creata nella centralissima via Lazzaro Di Ramo, a pochi passi dall’istituto del liceo scientifico “Garofano” e a ridosso dell’area ecologica; cumuli impressionanti di rifiuti di ogni sorta accumulati alla rinfusa. Come le altre volte, il carteggio conservato dalla D.E.A. si arricchisce sempre più di dossier fotografici e di segnalazioni inviate alle autorità competenti secondo i canali ufficiali della posta elettronica certificata; una azione che trova felice riscontro in alcuni casi ma in tanti altri, purtroppo, a causa degli ingenti costi di smaltimento a carico dei Comuni, non si registra alcuna opera di bonifica, per cui i rifiuti con il tempo vengono ricoperti dalla vegetazione e drammaticamente scompaiono alla vista depositando però nei terreni tutti i componenti inquinanti che successivamente raggiungono le falde acquifere “grazie” alle piogge.

I costi per le bonifiche ricadono sull’intera comunità, in quanto l’Ente locale interessato al ripristino dei luoghi, specialmente se si tratta di recupero dell’amianto, devono impegnare ingenti somme di denaro per pagare le ditte specializzate del settore, risorse economiche sottratte alle casse comunali da potere impegnare per altre attività o servizi a favore della cittadinanza.

Mentre i giovani, attratti solo dalle stupidità dei social, non sanno che esistono: 

Legambiente, WWF, Italia Nostra, Plasticfree, FAI, Greenpeace, Marevivo e tante altre associazioni ambientaliste che potrebbero contribuire a un territorio più pulito e…”controllato”.    

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