Il turismo è ricchezza per tutto il basso Volturno.
Il recupero della Chiesa della Foresta è un segnale.
PARLIAMONE
Anche se a confine con il territorio del basso Volturno, l’estrema periferia capuana dove una volta si coltivavano gli alberi di gelsi per i bachi da seta, quel prezioso tessuto lavorato nelle prestigiose seterie leuciane, grazie all’impegno della Fondazione Carditello sta per assumere una certa valenza territoriale, anche se lentamente come tutte le vicende amministrative italiane.
Da tempo la zona di snodo stradale in cui si incontrano le provinciali 30, 229 e 333 è stata teatro di paurose discariche abusive, più volte risanate e ripetutamente inondate di scarti di ogni tipo: dai mobili in disuso ai pneumatici usurati, dai materassi vecchi agli elettrodomestici da rottamare. Non è trascorso molto tempo dall’ultimo intervento di pulizia e ripristino dei luoghi a cura della Regione Campania, un massiccio lavoro che ha ridato un aspetto accettabile a un luogo ormai da anni frequentato da turisti provenienti da ogni dove per visitare il Real sito di Carditello e i tanti eventi teatrali e musicali che la Fondazione propone con il suo annuale cartellone.
Lo spazio di cui tratto è stato in passato anche un bivio che bypassava la provinciale per Casal di Principe per tutti quelli che, provenendo da San Tammaro, Casaluce e Frignano intendevano introdursi direttamente nell’attuale S.P. 333 (ex Strada Statale 264). La Chiesa alla Foresta del XVIII secolo, presente ancora oggi laddove è stata effettuata l’opera di recupero ambientale, è destinata a riprendere vita in quanto ricadente sul territorio di competenza del Sito Borbonico. Nel sacro tempio veniva celebrata una Santa Messa, durante il ventennio fascista, per tutti i militari in servizio presso la vicina polveriera; testimonianza recuperata da Franco Villano, figlio del sergente maggiore dell’Esercito Italiano, Camillo Luigi Villano, che all’epoca coordinava i servizi, permessi e licenze per espresso volere dell’ufficiale da cui dipendeva.
Ora si attende soltanto il concreto intervento di recupero del luogo sacro e maggiormente il RISPETTO del luogo da parte dei cittadini.
a cura di Peppino PASQUALINO (Giornalista Pubblicista freelance & blogger)
6 risposte
Ottimo
Instancabile, pragmatico, idealista e lungimirante, il nostro Direttore G. Pasqualino intensifica sempre meglio e sempre più la sua ricerca finalizzata al recupero delle risorse abbandonate da tempo immemore e alla valorizzazione di tutte le entità umane, professionali, tecniche, socio-politiche che possano concorrere a tracciare ed implementare le linee-guida dello sviluppo sostenibile nell’area del Basso Volturno.
Ora severi ora propositivi, gli interventi giornalistici del Direttore sono, in ogni caso, elaborati con garbato equilibrio ed assumono una straordinaria valenza per amministratori e cittadini. Documentando situazioni degne di attenzione, fatti che chiamano in causa precise responsabilità, fenomeni che “gridano” modificazioni di mentalità e di azione individuale e collettiva, importanti scelte di cui è doveroso farsi carico, i servizi informativi di Pasqualino auspicano nuovi dinamismi organizzativi ed esortano ciascuno e tutti noi ad essere generosi e concreti protagonisti di una rinnovata civiltà di territorio.
Dunque, la nostra riconoscenza verso il coraggioso e tenace Giuseppe Pasqualino è sentita,
prima che dovuta.
Raffaele Raimondo
Onorato, come sempre, per questa autorevole riflessione; mentre umilmente mi sforzo di evidenziare sempre la “foresta che cresce” anziché “l’albero che cade”.
Devotamente allievo del Maestro Raffaele Raimondo
Ad ogni Cimabue
(ammesso ch’io lo fossi stato)
succede il suo Giotto!
Si ringrazia il comune di s.tammaro ma se non era per le continue denunce scritte ( documentabili)da parte dei volontari DEA e Osservatori Civici Campania e quando veniva recuperata quell’area
E questo blog continua a ringraziare il silenzioso e prezioso lavoro della DEA e dei suoi volontari.