Isolamento?… campanello d’allarme!
a cura di Michelina FEDERICO (Psicologa)
Negli ultimi tempi e in particolare nel periodo post covid sono risultate in numero crescente le diagnosi di Sindrome di Hikikomori. Il termine fu coniato dallo psichiatra giapponese Saito Tamaki, dalle parole giapponesi “hiku (tirare)” e “komoru (ritirarsi)”, “stare in disparte”.
Questa sindrome può essere riscontrata nei giovani di età compresa tra i 14 e i 30 anni che volontariamente smettono di andare a scuola, lasciano il lavoro, evitano gli amici ed anche i familiari.
Questi giovani vivono isolati, senza uscire di casa, eliminando qualsiasi contatto con il mondo esterno.
▪️Si presentano come ragazzi introversi e sensibili, caratterialmente chiusi rispetto ai loro coetanei.
▪️Hanno difficoltà nella gestione delle emozioni dal punto di vista relazionale.
▪️ A causa delle pressioni sociali, si riscontra in loro una visione molto negativa della vita e della società.
▪️I loro vissuti sono caratterizzati da forte sofferenza emotiva.
▪️Molte volte, dietro l’isolamento potrebbe nascondersi qualche episodio di bullismo e/o di violenza.
▪️Si riscontrano difficoltà di motivazione.
▪️I contatti sociali con il mondo esterno sono molto limitati e questa chiusura si può protrarre da alcuni mesi a diversi anni se non si prendono provvedimenti.
I ragazzi Hikikomori spesso evitano di definirsi sofferenti e per questo motivo rifiutano di farsi aiutare psicologicamente ma sperimentano una forte ansia sociale perché non riescono ad adattarsi alle circostanze e agli eventi;trascorrono il loro tempo su internet o molte ore davanti ai videogiochi oppure ascoltando musica.
Ma quali sono le conseguenze che si riversano sulla salute?
Oltre ad aumentare il rischio dello sviluppo di uno stato depressivo, la sindrome ha un impatto negativo per quanto riguarda l ‘alimentazione, l’attività fisica e l’igiene personale.
La sindrome di Hikikomori può essere trattata con la psicoterapia individuale e familiare.