Una città come Capua non merita tutto questo!   

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Attività commerciali al collasso per la chiusura prolungata del Ponte Nuovo.

Tante quelle chiuse, altre ne chiuderanno? Dipende dalla burocrazia.

Ogni giorno che trascorre rende la ferita sempre più larga e profonda e l’economia di quartiere si incancrenisce sempre più ormai a distanza di quasi cinque anni; questo è il tempo trascorso dal settembre del 2018 quando fu deciso, per motivi di sicurezza, di chiudere al transito il ponte di Capua, quello sul fiume Volturno, passaggio alternativo a quello romano, con le torri federiciane, presente a pochi passi lungo l’antica Appia. Da quel momento si sono alternate ben tre amministrazioni comunali, per ben tre volte i programmi elettorali hanno sventolato la promessa di un immediato impegno per riportare al transito normale la struttura che congiunge le due sponde fluviali proprio a ridosso dell’antico Pirotecnico Militare.

Tra redazione di progetti, sequestri, burocrazia elefantiaca, ostacoli politici e scarso amore per la città capoluogo del basso Volturno (si traduce così il mancato intervento, ndr) si giunge a due conclusioni: l’inevitabile strozzatura viaria che fa lievitare il costo dei trasporti e l’enorme difficoltà gestionale vissuta dai commercianti delle strade interessate, Via Ponte Vecchio Romano e Via Fuori Porta Roma. Tutto nasce da un problema di flusso bi-direzionale in luogo del precedente uni-direzionale; essendo necessario il doppio senso lungo Via Ponte Vecchio Romano, si rende inevitabile il divieto assoluto di sosta che scoraggia gli avventori. Ancora peggio se parliamo di Via Fuori Porta Roma, quella a ridosso del ponte chiuso da cinque anni; essendo diventata una strada cieca, il commercio è quasi completamente strozzato.

Nel frattempo gli esercenti i pubblici servizi sono alle strette con le esose bollette di gas e luce, alle quali si aggiungono gli importi contributivi e i tributi locali imposti dall'ente comunale che, a quanto pare, non si sta strappando le vesti per la risoluzione del problema e nessun provvedimento appare posto in direzione di un aiuto concreto alle attività commerciali del quartiere. Sentiti gli esercenti si apprende che negli ultimi anni alcune attività a ridosso dei due ponti sono state costrette a chiudere la propria attività per l'impossibilità di mantenere un dignitoso bilancio tra entrate e uscite; a queste chiusure, probabilmente, se ne aggiungeranno altre nel corso dell'anno in corso se qualcosa non muterà.

Volere è potere!

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