Teatro Fazio di Capua pronto per il secondo appuntamento

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blog a cura di Peppino PASQUALINO

Quando la vita si spreca nel gioco!

Dramma teatrale al Teatro Fazio di Capua.

Questa volta va in scena l’Associazione POSTteatro di Torre del Greco presentando in lavoro teatrale innovativo incentrato su una tematica importante che a volte sconvolge la vita di chi si rifugia, e sprofonda, nella ludopatia, quel vortice che risucchia nel vuoto esistenziale tutti quelli che vivono la drammaticità del gioco ossessivo.

COMUNICATO STAMPA
2^ spettacolo in programma
SEZIONE TEATRI D’INNOVAZIONE
“VICO PALLONETTO A SANTA LUCIA”

Anteprima assoluta

DOMENICA 12 NOVEMBRE 2023 – ORE 19.00
SALA TEATRO di PALAZZO FAZIO via Seminario 10 – Capua
Associazione “POSTteatro” di Torre del Greco (NA)
VICO PALLONETTO A SANTA LUCIA”
REGIA
Silvio FORNACETTI
DRAMMATURGIA
Silvio FORNACETTI – Diego SOMMARIPA
INTERPRETI
Rossella DI LUCCA Marcella JO PIRILLO – Diego SOMMARIPA
OGGETTI SCENICI
Gennaro OLIVIERI

Il gioco per le due sorelle è il palliativo per non affrontare le loro fragilità, le loro paure ed i loro complessi mai risolti. Il denaro vince sul sesso, che pure è un istinto così primordiale. Accade nella mente dei giocatori patologici. La maggior parte di coloro che si dedicano al gioco d’azzardo lo pratica come forma di passatempo e di divertimento. Si tratta di un fenomeno sociale e culturale che come tale quindi non può essere certo demonizzato. Tuttavia, in certi casi, alcuni individui sviluppano un’ossessione e un atteggiamento morbosi verso il gioco, arrivando a instaurare con esso una vera e propria forma di dipendenza. 
Se con il termine “gioco” si fa riferimento ad ogni attività che abbia come scopo la ricreazione e lo svago, quando si parla di “gioco d’azzardo” si intendono attività in cui non rientra più l’abilità del giocatore ma soltanto la sorte, il fato e lo scopo di lucro. In Play ci siamo domandati come il gioco possa essere un rifugio per non soccombere ai ritmi frenetici e stressanti delle vicissitudini quotidiane. Come l’esperienza ludica può diventare talmente coinvolgente e pervasiva da costituire tutt’altro che un’oasi di felicità e perfezione: il gioco da magico può diventare demoniaco, con preoccupanti costi individuali e sociali. 
Dostoevskij scrisse “Fui assalito da un desiderio spasmodico di rischiare; forse dopo aver provato così tante sensazioni, l’animo non si sente sazio ma eccitato da esse, ne chiede sempre più altre, sempre più intense, fino alla totale estenuazione”. Passione e dolore, socialità e aggressività, vita e morte, sono immagini che convivono nella dimensione dell’azzardo. Per comprendere il fenomeno del gioco d’azzardo patologico è necessario addentrarci nell’analisi della società: l’edonismo rimpiazza il senso del dovere, la liberazione e la serenità personale passa anche attraverso l’acquisto, il possesso, l’esibizione. 
Stiamo vivendo in un mondo nel quale non esistono più confini. Dove non esistono più limiti, ma tutto è possibile.

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