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blog di Peppino Pasqualino
Domenica 19 maggio ore 19 – Teatro Fazio di Capua
“LA DIRETTISSIMA NAPOLI – MILANO”
Azione rapido comica in tre atti, otto quadri e un’apoteosi
Ispirato all’opera di Eduardo Scarpetta ed Edoardo Ferravilla
a cura di Antonio Iavazzo
Eduardo Scarpetta ed Edoardo Ferravilla nascono a metà ’800 a 800 chilometri di distanza. Milano e Napoli, Napoli e Milano: due città, due grandi tradizioni teatrali, due palcoscenici e un pubblico diventato esigente che «con un occhio commosso alle lacrime e l’altro ansioso di brillare nuovamente per le risate, non voleva più ascoltare le vecchie farse e chiedeva qualcosa di diverso». A Napoli e a Milano, Scarpetta e Ferravilla soffiano «un fiato di vita nuova sugli avanzi polverosi del passato e sulle vecchie tradizioni» nell’unico modo che conoscono: basandosi sulla ricerca della comicità anche «tra le lacrime e il dolore» della vita reale e soprattutto sulla costruzione del personaggio.
Il loro lavoro sulla caratterizzazione li porterà a liberarsi delle maschere della commedia dell’arte – Pulcinella da una parte, Meneghino dall’altra – per inventarne di nuove rimaste nella memoria: Scarpetta darà vita a Felice Sciosciammocca, Ferravilla a un universo di tipi comici che culminano nella super-caricatura di Tecoppa, «un tipo di teppista indurito dal vizio e dall’infingardaggine». Lo spettacolo è la storia di un’amicizia, delle corrispondenze artistiche e umane che prendono vita da ricordi biografici e si intrecciano al racconto di un’epoca. I due protagonisti vivono «in un sogno dentro un sogno», agiscono in uno spazio scenico sospeso tra la realtà di un camerino e la dimensione onirica della loro infanzia, quando, giocando con i pupi, erano al tempo stesso capocomici ed impresari, attori ed autori, scenografi e spettatori. La direttissima Napoli-Milano è anche una riflessione sul mestiere dell’attore e sull’umorismo. È un omaggio alla straordinaria storia di due uomini e attori che hanno rivoluzionato il modo di stare in scena e quello di affrontare la drammaturgia, aprendo le porte al teatro del ’900 e al cinema muto.