Forma concerto teatralizzato al Fazio di Capua

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“VOU TE CONTAR” al Teatro “FAZIO”

di Antonio Iavazzo 

direttore del teatro “FAZIO” di Capua

Una cantante con la sua scaletta e il suo leggio, distante, che pensa ai fatti suoi, ma non troppo … un giovane venuto a far baldoria nello stesso locale, conclude (o inizia) la serata alticcio; ma non troppo. Diego fa l’attore ed era stato scritturato per un importante spettacolo, lo stesso dove incontrò l’amore della sua vita, o almeno così credeva. Cristina era bella, MA impossibile e la vita di chiunque ci avesse a che fare viaggiava a fatica, come una macchina bella, sì, ma dal motore difettoso. Come un vecchio bus. Attraverso gli standard bossa, i nostri due strambi personaggi iniziano a raccontare la stessa storia dai propri punti di vista. Dove finisce uno inizia l’altro. Cosa li lega? Chi è davvero che racconta?

 

(Diego Sommaripa)

(Laura Pagliara)

Vou te Contar è un concerto teatralizzato, oppure teatro musicale, dipende dai punti di vista. In forma monologo, con brevi interventi di “altre” voci, ad arte interpretate ad hoc, in altri momenti registrate in voiceoff. Di pretesti per raccontare chi ha voglia di parlare (oppure un vero e proprio bisogno di farlo) ne trova ovunque, persino nei fondi di caffè o in una canzone ascoltata in compagnia di amici e/o estranei. Attraverso il racconto dell’amore disperato di Diego per Cristina, racconto spaccati di vita da attori, momenti privati rubati al teatro, che se li riprende tutti con estrema puntualità, spesso anche con gli interessi. Il momento storico del covid, che ha chiuso troppi teatri e fermato troppe carriere, l’ho sfruttato anche per scrivere, per mettere in ordine le idee e costruire un piccolo documentario brillante, ironico, ma anche profondamente pratico e realista, in cui volevo abbandonare per un attimo il peso di ciò che ci è toccato in sorte come categoria e raccogliere vecchie storie di vita vissuta, racconti di amici ed amiche, impressioni colte da film o backstage degli stessi, come pure degli spettacoli dal vivo; aneddoti raccontati dagli amici oppure dai maestri con cui ho avuto il piacere e la fortuna di studiare o lavorare. Un esempio? Auguro a tutti di sentire Giancarlo Giannini raccontare i suoi ricordi a proposito dei suoi film! “Ti racconto una storia” è il significato del titolo, tratta da uno dei brani che canto. Io, Laura, te ne racconto una. Ma basta sostituire il nome di un monologo, di un teatro, di un attore o di un’attrice, di un amore o di un’amicizia, un qualsivoglia dettaglio, piccolo o grande che sia, ed ecco la tua storia, la mia, quella di Tizio, o di Caio, di Sempronio, ecc. Pretenzioso? Forse, ma lo scrivo con la coscienza pulita e leggera e col sorriso sulle labbra, pensando che non è una mia idea, bensì quella di chi ha visto la prima prova filata e mi ha detto esattamente queste parole: “Io poi da attore mi sento coinvolto, quindi mi ci rivedo troppo, mi basterebbe cambiare qualche dettaglio qua e là e sarebbe la storia della mia vita”. Tutti amiamo, tutti soffriamo, tutti cadiamo e ci rialziamo almeno una volta, tutti ce ne andiamo (spesso da noi stessi, ma a volte riusciamo ad andar via anche da un amore impossibile). Ognuno di noi ha la sua nota, la sua storia, il suo pubblico e il suo palco

 

 

 

 

 

 

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