I volontari della DEA ci mettono la faccia … e il Comune?
Telecamere inutili: i siti inquinati aumentano.
A Capua non si muove una foglia.
PARLIAMONE
a cura di Peppino PASQUALINO
Ora che la Corte Europea dei diritti dell’uomo si è espressa chiaramente contro lo Stato italiano, per inazione di fronte all’interramento di rifiuti tossici per mano delle mafie nel territorio campano, la classe politica dovrebbe tremare al cospetto di quanto accade sui propri territori (diciamo “dovrebbe” perché il condizionale è d’obbligo).
Ma nessuno pagherà, nessuna testa cadrà, e la magistratura andrà alla ricerca di un "tenero" e "indifeso" capro espiatorio da indagare, e forse condannare, per poi ritrovarlo in piena libertà per qualche cavillo procedurale o per scadenza dei termini.
Intanto l’amministrazione della città di Capua, al confronto di segnalazioni giunte secondo i canali riconosciuti per legge (vedi PEC inviate già nel 2018 e nel 2023), continua a nicchiare al cospetto di vere e proprie discariche a cielo aperto pronte ad esse incendiate per mano di qualche sconsiderato delinquente (che non mancano mai) con la liberazione nell’aria d diossina e di altri veleni in stato aeriforme.
Quattro anni non sono bastati per ripristinare i luoghi?
Sembra proprio di no visto che nella mattinata di domenica scorsa (appena due giorni fa), durante un ordinario monitoraggio ambientale effettuato dalla indomita Associazione DEA (Difesa Eco Ambientale) e Osservatori Civici della Campania in agro di Capua, e più precisamente nella frazione di Sant’Angelo in Formis, invece di riscontrare la bonifica dei rifiuti segnalati negli anni precedenti, i volontari della DEA si sono trovati al cospetto di una paurosa quantità di rifiuti e suppellettili:
auto sventrate, materassi, mobili, pezzi di auto, pneumatici, elettrodomestici, ceramiche, vetro, plastiche, solventi e quant’altro.
“Chiaramente questi ritardi e inadempienze hanno caratterizzato lo stato dei luoghi causando una elevata criticità ambientale – si legge in un comunicato della DEA – e i materiali attualmente presenti, in caso di roghi – continua la nota inviata alle autorità competenti – possono causare un rischio elevato di diossina e pericolo per gli automezzi in transito, visto che il sito inquinato si trova a ridosso nella vicinissima autostrada A1″.
Ma i cittadini capuani, che pagano esose cartelle esattoriali per la TARI (Tassa sui rifiuti), meritano tutto questo? – è la domanda che si pongono i volontari. “E pensare – aggiungono – che sul sito è puntata una telecamera sul palo della pubblica illuminazione”.
Altro spreco di denaro pubblico con il sistema di telecamere che, a quanto pare, non registrano alcunché e non risulta che qualcuno abbia ricevuto denunce per abbandono di rifiuti.