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a cura di Peppino Pasqualino
Giornalista Pubblicista freelance & blogger
“LE SEDIE” IN SCENA AL TEATRO TRAM DI NAPOLI
5 – 6 – 7 aprile (ore 21:00 – 20:00 – 18:00) Via Port’Alba
IL CAOS ACCOGLIE UN CRIPTICO MESSAGGIO SUL SENSO DELLA VITA
NEL TESTO ISPIRATO AL CAPOLAVORO DI EUGENE IONESCO
Adattamento e regia di Antonio Iavazzo e Gianni Arciprete, quest’ultimo in scena con Licia Iovine. Una coppia di anziani sposi si muove incessantemente fino ad affidarsi al mare e ai suoi segreti. “Le sedie”, liberamente ispirato all’omonimo testo di Eugène Ionesco, prodotto dall’associazione “Il Colibrì” di Sant’Arpino, è porta in scena a poco più di 70 anni dal suo debutto, uno dei capolavori del Novecento firmato dal drammaturgo e saggista rumeno naturalizzato francese.
I due protagonisti, una coppia di anziani sposi – qui rivisti in chiave “garbatamente partenopea”, preparano freneticamente le sedie per una serie di ospiti invisibili che, più tardi, ascolteranno un attesissimo oratore che rivelerà, probabilmente, un messaggio sul senso della vita. Gli ospiti invitati sembrano essere, idealmente, tutte le persone del mondo: la loro invisibilità suggerisce uno scenario post-apocalittico, in cui gli ospiti intrattengono dialoghi e ricordano cripticamente delle loro vite.
“Un’immersione tra folli autenticamente umani”: così la definisce il regista Antonio Iavazzo, direttore del Teatro FAZIO di Capua.
L’opera di Ionesco, definita dallo stesso autore una farsa tragica, si muove attorno a un caos sul quale regna una volontà di paradiso e un assordante desiderio di un sorriso che possa in qualche modo giustificare e appagare il senso di vuoto e di straniamento. D’altra parte come definire la vita e le relazioni tra gli uomini se non come esperienza di profondo smarrimento e metafisico sberleffo? I due protagonisti, nel loro struggente isolamento, come due clown gettati nel mondo fenomenico, si muovono sospesi e indaffarati. Tra attese e arrivi immaginari, dolci ricordi, e palesi menzogne, evocazioni, assurdi e paradossi, preparano un fantomatico messaggio all’umanità da affidare a un oratore che non arriverà mai. Anche e forse soprattutto nel lungo addio della coppia che si congeda dal mondo affidandosi, senza alcuna disperazione o paura, al mare e ai suoi segreti.